Faccia a faccia
Faccia a faccia
Russ Duritz è un ricco e potente consulente d’immagine; le cose sembrano andargli molto bene, tutto ruota attorno a una brillante carriera eppure l’insoddisfazione si insinua senza troppe maschere nella sua vita. Un giorno trova sulla soglia di casa il suo vecchio aeroplanino giocattolo e, a un tratto, un bambino, Rusty, grassottello ed imbranato, che chiede solo di tornare a casa propria. Un “faccia a faccia” surreale tra presente e passato, un uomo di fronte al bambino che è stato. Russ riconosce se stesso da piccolo e, incredulo, si rivolge ad una psicologa nel vano tentativo di curare quelle che inizialmente ritiene essere allucinazioni, frutto dello stress lavorativo.
Tuttavia non sembrano esistere rimedi, Russ deve fare i conti con la propria infanzia, in una convivenza forzata che vede protagonisti se stesso adulto e bambino. Rusty rimane deluso dal proprio futuro, nulla di ciò che riteneva importante da piccolo sembra essere presente da adulto: una moglie, un cane di nome Chester e un lavoro in aeronautica. Rimane deluso nel scoprire che da grande insegnerà agli altri a mentire sulla loro esistenza più autentica.
Russ, invece, torna in contatto con la propria infanzia; un’infanzia infelice, segnata dalle prese in giro dei pari e da una triste vicenda familiare. La madre era gravemente malata mentre con il padre aveva un rapporto molto conflittuale e ne era intimorito.
Russ inizia a credere di aver incontrato Rusty per insegnargli a farsi rispettare dagli altri e a reagire, ma pian piano prende consapevolezza del fatto che è lui a dover imparare qualcosa e, soprattutto, a dover far pace con il proprio passato.
Russ, mentre è in auto con il bambino, scorge un aeroplano che vola a bassa quota e nota che è troppo simile al suo giocattolo per essere una coincidenza. Seguendolo dentro un tunnel, i due sbucano nell'anno da cui è arrivato Rusty. Russ accompagna il bambino a scuola e comincia a ricordare: è il suo ottavo compleanno, lo spartiacque dell’esistenza di Rusty. Nel tempo libero, a scuola, curava un cagnolino randagio e i bulli, per dispetto, decisero di fargli del male. Rusty reagisce picchiandoli. A questo punto, Russ rivive il vero dolore di quella giornata: a causa della rissa, sua madre aveva dovuto raggiungerlo a scuola, nonostante le gravi condizioni di salute; Rusty si dispera perché sa che la madre non dovrebbe uscire e in più, a casa, viene sgridato in modo molto brusco e rabbioso dal padre. Qui Russ, con la consapevolezza di adulto, nota la disperazione paterna e dà voce a questo dolore che, per anni, aveva confuso con la rabbia del padre nei suoi confronti e con un profondo senso di colpa. Russ porta Rusty a prendere un gelato alla tavola calda del piccolo aeroporto locale, il loro posto preferito, e qui vedono atterrare un aeroplano. Da qui, scende un Russ anziano, ha circa 60 anni, accompagnato da un cane adulto e i due riescono a scorgere sua moglie, seduta nell'aereo. Il vecchio Russ svela di essere stato l’artefice di tutta la vicenda, di aver messo l'aeroplano giocattolo sulla porta di Russ con l’obiettivo di far dialogare il proprio passato con il presente e di raggiungere il futuro da sempre desiderato.