Mr. Beaver
Mr. Beaver
Walter Black è un uomo che dalla vita ha ottenuto tutto: una bella moglie, due figli e la presidenza a capo di un’importante azienda di giocattoli. Tuttavia la sua storia familiare è segnata da un male cupo che si nutre lentamente di tutto ciò che è vitale, deteriorando anche le relazioni più significative. Il nonno e il padre in passato hanno lottato contro la depressione, ora è il suo turno. Walter passa le sue giornate sdraiato a letto, apatico, non parla, non è più in grado di rispondere alle richieste dei figli e della moglie, che subiscono inermi la patologia psichica dell’uomo. E se il figlio più piccolo continua comunque a nutrire per il padre un affetto spassionato, il maggiore vede riflesse nel genitore in crisi le proprie debolezze, e pur di starne alla larga adotta il sistema di annotare, su un mare di post-it, tutto ciò che rendendolo uguale al padre potrebbe essere causa della sua rovina. Walter arriva a tentare il suicidio, prima impiccandosi nella doccia e poi buttandosi dalla finestra. La moglie, dopo aver tentato senza successo di stare accanto al marito, stremata dall’impossibilità di vederlo ridotto in quelle condizioni, decide di allontanarlo da casa.
Ecco entrare in scena Mr. Beaver, una marionetta a forma di castoro, trovata per caso in un bidone della spazzatura. Walter comincia subito ad animare il peluche e a instaurare con lui un rapporto di simbiosi e proiezione dei propri pensieri e delle proprie parole. Il castoro rappresenta quella parte di sé che lotta contro l’immobilismo e l’ignavia che da anni hanno influito sulla sua vita lavorativa e familiare. È divertente, irriverente, quasi maniacale. Grazie a Mr. Beaver, Walter è tornato in vetta alle vendite aziendali e a farsi amare dai propri figli che arrabbiati hanno assistito al suo lento declino. Tuttavia il castoro gradualmente si impadronisce dell’intera esistenza dell’uomo: un’entità autonoma all’interno del suo stesso corpo, un’entità in conflitto con il vero sé. A questo punto la linea tra realtà e follia svanisce e Walter si trova finalmente a fare i conti con se stesso; sarà solo grazie al sostegno della famiglia che riuscirà a riappropriarsi della propria esistenza.