A testa alta

"A testa alta" racconta la storia di Malony, un bambino che a soli sei anni viene abbandonato dalla madre e travolto in un’infanzia difficile, volta a colmare il vuoto che il trauma dell’abbandono porta con sé. Malony si ritrova a vivere un’adolescenza sbandata tra assistenti sociali e centri di recupero; porta dentro di sé la rabbia e il rancore di chi non riesce a darsi una chance, di chi si trova a lottare contro un mondo che sembra averlo destinato alla miserabilità. La sua vita è caratterizzata da un frenetico “entrare e uscire” da centri di recupero e comunità.  

In questo quadro si delineano due importanti figure del sistema giudiziario che rappresenteranno per Malony il codice del materno e del paterno che la vita stessa gli ha sottratto: il giudice dei minori, la dottoressa Florence, costantemente chiamata a decidere per il suo futuro; l’educatore Yann, in grado di immedesimarsi realmente nel dolore di Malony essendo anche lui reduce di un’infanzia complessa e tormentata.

Malony lotta coi suoi demoni per riuscire a diventare un uomo; in lui non c'è cattiveria se non quella causata da una profonda lotta intestina: quella del ragazzo abbandonato dalla madre in giovane età, che cerca di vendicare la propria indipendenza; quella di chi ha bisogno di sentirsi all'altezza e che cerca di nascondere la propria debolezza commettendo bravate; quella di chi da un lato vorrebbe impegnarsi per mettersi in gioco e dall'altro viene continuamente torturato dalle sofferenze dell'adolescenza.

L’opera di metamorfosi e l’evoluzione interiore di Malony è lunga e tortuosa e nonostante gli atti di ribellione e le continue opposizioni alle regole, la coppia di tutori continua a lavorare con la convinzione che prima o poi il ragazzo arriverà a cambiare.

Un film che suscita i sentimenti opposti dell'angoscia e della tenerezza, perché in fondo Malony non è che un ragazzino, a cui nessuno ha potuto trasmettere una coscienza civile, ma la cui moralità interiore emerge pian piano nel corso della storia. 

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